Elezioni comunali 1860: a Terni 230 candidati e 232 votanti

terni

L’11 novembre 1860

per le prime elezioni comunali che si svolgevano dopo il plebiscito e l’annessione dell’Umbria al Regno d’Italia, a Terni si presentarono 230 candidati. Non pochi certo per una cittadina che allora aveva poco più di dodicimila abitanti. Il fatto singolare è però che a scegliere tra i 230 candidati, furono 232 votanti, appena due in più. La situazione fu determinata dal fatto che, seppur fossero in parecchi a voler in una qualche maniera impegnarsi nell’amministrazione cittadina, erano pochi coloro cui la legge Sabauda conferiva il diritto di voto, basato sul censo. In totale a Terni gli aventi diritto erano 338, per cui si può dire che anche allora l’astensionismo non fu leggero. D’altra parte il margine di manovra era piuttosto risicato, come dimostrarono i risultati di quella consultazione elettorale. In pratica fu confermata in blocco l’amministrazione cittadina che era stata in carica sotto il Governo Pontificio. Cambiava il colore della bandiera nazionale, ma la vita scorreva secondo i soliti percorsi.

Dall’avvento del Regno d’Italia, i possidenti ternani si aspettavano vantaggi. Le loro attività principali erano la produzione di olio d’oliva coi molini che circondavano numerosi il perimetro cittadino; la concia delle pelli; una industria tessile che, con l’introduzione della coltivazione del gelso e del baco da seta, lasciava intravedere interessanti possibilità di sviluppo.

Invece furono guai. Perché l’olio ternano dovette competere sul mercato con la grande produzione dell’Italia del Sud; le filande non potevano in alcun modo reggere il confronto con quelle lombarde; il costo degli animali da cui si ricavano le pelli per le concerie, in poco tempo aumentò a dismisura per effetto dell’aprirsi di un mercato più vasto.

Insomma, gli amministratori ternani che chiedevano di essere eletti si sarebbero trovati ad affrontare difficoltà di non poco conto. Ma ancora, pochi giorni dopo il plebiscito, non se lo immaginavano nemmeno.

Le elezioni comunali del 1860. comuqnue, confermarono l’amministrazione precedente, quella pontificia che comunque, al momento, era composta da esponenti della destra liberale. Pochi i nuovi, tra i quali due personaggi di cui si parlerà molto negli anni successivi: Alceo Massarucci e Paolo Garofoli il quale entrò a far parte della giunta. Il sindaco fu nominato dal commissario regio per la provincia umbra, Gioachino Pepoli, nella persona di Giuseppe Nicoletti che fu affiancato, in giunta, oltre che da Garofoli, da  Stanislao Caracciotti, Bernardino Faustini, Pietro Fonzoli, , Antonio Silvestri, e Augusto Fratini.

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Vedi anche: Terni le elezioni comunali del 1889

 

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