Una di queste puntava sulla candidatura a primo cittadino di Gian Franco Ciaurro: ex ministro, ex assessore comunale tecnico a Roma, ex segretario generale della Camera dei Deputati. Nativo di Terni aveva lasciato la città da adolescente e s’era fatto strada, insomma. A maggio del ’93 era stato in corsa per la segreteria del Partito Liberale, il suo partito, su proposta dal segretario uscente del Pli, Valerio Zanone. Poi però gli accordi si raggiunsero sul nome di Costa e Ciaurro si ritirò.
Lo convinsero all’avventura ternana, come candidato di una coalizione che di chiamava Alleanza per Terni e che raccoglieva una serie di istanze che provenivano dalla borghesia cittadina, da ex esponenti del Psi squassato dalla tangentopoli ternana, dal mondo dell’impresa e di chi voleva qualcosa di nuovo per una città che dalla fine della seconda guerra mondiale era stata guidata ininterrottamente da un sindaco comunista, fatta eccezione per l’ultimo periodo, quando primo cittadino – alla guida comunque di una coalizione di sinistra – fu il socialista Mario Todini. Su Alleanza per Terni convergeva anche l’interesse di chi protestava contro la corruzione del sistema dei partiti.
Ciaurro costituì la sorpresa delle elezioni del 1993 in Italia. Franco Giustinelli, il candidato del Pci, ottenne il maggior numero dei consensi, ma al ballottaggio – contro ogni pronostico – ci andò lui, Ciaurro che distanziò di oltre sei punti percentuali Renzo Ncolini della Dc.
Una tendenza che s’era già mostrata in occasione dei primi exit poll (anche questo metodo di rilevazone si applicava per la prima volta) ma i dati ufficiali sottolinearono che essa era ben più marcata,
Per Giustinelli e Ciaurro si apriva la campagna di ballottaggio. Si sarebbe votato il 20 giugno.
Le foto sono di CARLO ANGELETTI
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