Pio VII benedice dal balcone dei Gazzoli

Fu una serata speciale quella del 22 maggio 1814. I ternani affollarono la piazzetta antistante Palazzo Gazzoli, perché, si era fermato per la sosta di una notte, il Papa. Pio VII, affacciatosi, “faceva amorevolmente mostra di sua S. Persona dal ben addobbato balcone, e con anima commossa benediva la popolazione Interamnate anelante, stipata a riverente tripudio”.
Pio VII due giorni dopo, il 24 maggio, avrebbe fatto il proprio ingresso a Roma. Era passata la buriana napoleonica, quella che aveva visto il papa protagonista di un braccio di ferro estenuante con l’imperatore. Pio VII da Roma mancava ormai da cinque anni, dal luglio 1809, da quando cioè fu arrestato dai francesi e dopo che Napoleone aveva dichiarato finito il potere temporale dei papi. Nello stesso tempo, Terni e l’Umbria, erano stati annessi al Regno d’Italia il quale, successivamente, fu a sua volta dichiarato parte del territorio dell’Impero di Francia. Se l’era passata grigia, in sostanza, il papa nonostante fosse stato proprio lui, Pio VII, a posare sul capo di Napoleone la corona di imperatore.
Nell’aprile 1814 Napoleone, sconfitto, fu costretto all’abdicazione. Il papa, il mese prima era stato liberato e poteva ritornare a Roma. Se la prese comoda, però: messosi in viaggio  a marzo, da Savona dove aveva passato l’ultimo periodo da recluso, si recò prima in Piemonte, ad Acqui e Alessandria, poi a Bologna, Cesena – la sua città di origine – e Loreto. Da qui in viaggio per Roma con soste a Foligno e, appunto, Terni. Nel palazzo dei Gazzoli, famiglia facoltosa che si era arricchita con i commerci e successivamente con la gestione della ferriera pontificia in società coi marchesi Sciamanna. I Gazzoli non erano nobili, ma in famiglia avevano avuto un cardinale, Luigi Gazzoli, che era diventato porporato proprio a nomina dello stesso Pio VII. I rapporti tra il papa e la famiglia Gazzoli, in sostanza, erano piuttosto stretti.  Il Palazzo, nel 1814, era nuovissimo dato che la sua realizzazione era stata promossa nemmeno dieci anni prima dallo stesso Luigi, non ancora cardinale ma al tempo governatore pontificio ad Ancona. S’era utilizzata una vasta e consistente proprietà fondiaria della famiglia, vicino l’attuale via Roma, procedendo ad una profonda risistemazione di una serie di costruzioni esistenti.

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