Politeama, il cinema più moderno d’Europa

Poteva mancare la macchina da presa della Settimana Incom? Certo che no. Era ovvio che il cinegiornale, che si proiettava in tutte le sale italiane prima del film si interessasse all’inaugurazione di quello che fu definito come uno dei cinema più moderni d’Europa. Il Politeama Lucioli.
Immancabile pure il politico di turno: il ministro del turismo e spettacolo Matteo Matteotti. Serata di gala, il 19 maggio 1971 con _ anch’essa ovvia _ consegna di premi a personaggi dello spettacolo. A ritirarli, tra i più conosciuti, intervennero Renato Rascel, Riccardo Billi, Liana Orfei, Mario Gora e Marina Berti, Georgia Moll ed il “sarto Schubert” (la parola stilista non si usava ancora).
S’inaugurava il Politeama. Fernando Lucioli, a Terni, aveva praticamente il monopolio delle sale cinematografiche ternane: gestiva il Verdi, che aveva ristrutturato a sue spese dopo le ferite della guerra, il Modernissimo (in corso Tacito), il Lux in piazza della Repubblica… E aveva acquistato il vecchio Politeama, in via Roma. Una struttura nata su una costruzione romana di una certa imponenza, che sorgeva proprio nel foro, e dove avevano sede le terme. Non a caso, durante i lavori di ristrutturazione, vennero alla luce i muri romani, chissà cos’altro e sicuramente una vasca termale (ma c’è chi sostiene fossero due) che fu recuperata ed inglobata nella grande sala sotterranea, la “Sala Minerva”, destinata in origine ad assemblee e convegni, poi divenuta discoteca ed oggi sala bingo.

Il Politeama, all’inizio del ‘900

Nei primi anni dell’Ottocento lì sorgeva l’ospedale degli Infermi che fu demolito quando da esso si propagò un’epidemia di tifo. Spostato l’ospedale fuori città, il fabbricato fu acquistato dalla famiglia Gazzoli, che, demolite le vecchie mura, vi costruì un’arena dove si svolgeva ogni tipo di spettacolo. Ancora una cinquantina di anni fa c’era chi raccontava di quando lì si esibì Buffalo Bill, il cow boy americano che girava l’Europa con una specie di circo equestre. Alla fine del XIX secolo, l’Arena Gazzoli fu per poco tempo di proprietà di Virgilio Alterocca, il quale realizzò la copertura. Riadattata a sala cinematografica, fu completamente ricostruita da Fernando Lucioli, che volle così dotare di un’opera importante la sua società e, nello stesso tempo, Terni. Nacque il cinema-teatro “Politeama Lucioli” su progetto dell’architetto ternano Franco Maroni.
La struttura fu pensata non solo come cinema ma come grande teatro: il palcoscenico aveva una superficie di 400 metri quadrati, con una fossa d’orchestra che poteva ospitare 150 musicisti. Lo schermo cinematografico era di 20 metri per dieci; c’erano mille posti a sedere in platea e 700 nelle due gallerie. Non mancavano i palchetti laterali. Il tutto realizzato con materiale ignifugo e fonoassorbente.
Di tutto questo non esiste più niente. Ora il Politeama Lucioli e una multisala. D’altra parte il business ha le sue esigenze.

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