Pietrarossa, un sasso bucato e le zitelle trovavano marito

LA LEBBRA? Nessun problema, faccenda risolvibile. Bastava un viaggetto lungo la Flaminia, superare Spoleto, le fonti del Clitunno, Pissignano, ed arrivare a Santa Maria in Pietrarossa. Lì c’era la cura: l’acqua di un pozzo. Guarire del tutto, magari no. Però si riteneva che le abluzioni fossero utili. La lebbra che nei  secoli XIII e XIV fu un flagello in Europa. Storie e leggende numerose,

quelle che riguardano Pietrarossa, una delle quali legata a San Francesco che sembra curasse i lebbrosi lavandone le piaghe con quell’acqua. E non a caso, nei paraggi, c’era il lebbrosario, intitolato ai santi Tommaso e Lazzaro.

Pietrarossa
Santa Maria Pietrarossa

Le acque di Santa Maria in Pietrarossa erano miracolose pure per altri scopi: le donne nubili, recandosi al pozzo,trovavano marito. Dovevano andarci, però, la sera della vigilia della festa del santo cui la fonte era dedicata, San Giovanni Battista. Col passare degli anni la faccenda divenne addirittura organizzata e così, la sera della vigilia della festa, c’era un processione “ufficiale” di donne nubili: ragazze, ma pure soprattutto zitelle d’annata. Spesso bastava un viaggio solo ed il marito era bell’e pronto. Il sospetto era che le ragazze si accordassero coi morosi che, col favore delle tenebre, le “rapivano”. La “fuitina”, insomma. E il matrimonio riparatore era garantito.
Ma non basta. La chiesa di Santa Maria, costruita nel XIII secolo, prese il nome da una grande pietra rossa, parte delle mura. Quel sasso in età pagana era il motivo dei pellegrinaggi, più che l’acqua della fonte. C’è un buco al centro di quel grosso sasso squadrato, e proprio a quel buco si attribuivano diverse virtù: cura per molti malanni femminili e, soprattutto, della sterilità. E’ necessario, però, un rito, seppur semplice: la donna deve infilare un dito nel foro e poi compiere tre giri intorno all’altare. La maternità sarebbe garantita.
In origine quella pietra rossa era probabilmente all’interno delle terme Romane che li sorgevano prima di essere sostituite con la chiesa, alimentate dall’acqua di fonte che sgorgava proprio dal foro della fecondità.
Pietrarossa è uno dei centri sviluppatisi grazie alla Flaminia, e, a parere di alcuni studiosi, costituì il nucleo originario di Trevi che era in pianura. Oggi Trevi è in collina, ma il centro attuale nacque dopo il terremoto del V secolo, un evento che sembra sia stato di particolare violenza. Quel sisma cambiò e non di poco -si dice -la morfologia della zona, provocando tra l’altro la deviazione del fiume Clitunno e la trasformazione in zona paludosa di tutta l’area ai piedi del colle.
Certo è che, lungo la Flaminia, quel luogo tra Spoleto e Foligno fu importante. Ancora, Pietrarossa, nel 1200 era luogo di fiere importanti e celebrazioni religiose che richiamavano pellegrini anche da molto lontano.

Vedi anche: Gli affreschi sacrificati di Pietrarossa

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Pietrarossa, un sasso bucato e pure le zitelle trovavano marito

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