Il 27 novembre 1888, il Messaggero smentì voci riguardanti possibili ridimensionamenti della Fabbrica d’Armi di Terni. In particolare si temeva che molti tra gli operai avventizi sarebbero stati licenziati. “Sono in grado di assicurarvi – scriveva il cronista del Messaggero – che il personale avventizio si aumenterà di qualche centinaio”. Il motivo che giustificava l’ottimistica rassicurazione del giornale romano c’era. “Non soltanto in ottanta giorni dovranno essere ridotti ottantamila fucili, ma se ne dovrebbero fabbricare, dicesi, duecentomila del sistema Vitali. Urge tanto la fabbricazione dei fucili che gli operai devono lavorare 15 ore al giorno”.
Il sistema Vitali consisteva in un adattamento dei fucili modello 1870, ad un solo colpo, i quali venivano dotati della possibilità di ricarica manuale da un serbatoio di quattro colpi. Il sistema Vitali, proprio a partire dal 1888, fu applicato ai quattrocentomila fucili in dotazione al Regio Esercito.
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