1908, Norcia: fa arrestare la moglie adultera e l’amante

Un commerciante di tessuti di Norcia manda in galera la moglie ed il suo amante.

Accade il 15 febbraio 1908. Quella sera aveva dato ai due appuntamento per un caffé, ma mentre i tre erano seduti in un bar di Firenze arrivarono gli agenti i quali chiesero alla signora ed al suo amante di seguirli in commissariato: lì fu loro notificato l’arresto per il reato di adulterio.

Annita, un bella signora di 27 anni era scappata dalla casa di Norcia dove abitava col marito Adolfo P. alla fine di gennaio. S’era ammalata alcuni mesi prima, una malattia lunga che richiese cure assidue da parte di un medico di Firenze, Lorenzo C. Una presenza costante quella del giovane medico vicino al capezzale di Annita, fino a che i due si lasciarono coinvolgere dalla passione. Una passione che – riferivano le cronache – “indusse la donna a tradire i suoi doveri verso il marito e a disertare il tetto coniugale fuggendo con l’amante”.

Una fuga che durò un paio di settimane. Il commerciante di tessuti denunciò subito i due adulteri i quali, appena lasciata Norcia, andarono a Genova, quindi a Nizza e da lì a Firenze dove alloggiarono per qualche giorno all’hotel Polo Nord per poi trasferirsi in una pensioncina che dava meno nell’occhio. Spostamenti rapidi, che però non disorientarono il marito tradito il quale si recò a Firenze con lo scopo di rintracciarli. E così fu. Avvenne il giorno di San Valentino. Li incontrò per strada, evidentemente dopo essersi appostato ed aver aspettato con pazienza: con apparente savoir faire salutò la coppia togliendosi il cappello: “Buonasera”, disse loro. E cominciò un discorso cordiale nel corso del quale Adolfo si dichiarò disposto a perdonare ( e a ritirare la denuncia) se Annita fosse tornata a casa. Per accordarsi si dettero perciò appuntamento per il giorno dopo, il 15 febbraio, al caffè Centrale. Li, però, arrivarono anche gli agenti. I due amanti li seguirono docilmente in commissariato dove, nel corso di un breve interrogatorio, ammisero tutte le loro colpe e furono perciò incarcerati in attesa di giudizio.

Le cronache si concludevano con una breve considerazione dedicata ad Annita, “una bella signora, slanciata, bruna e molto elegante. Dall’unione col commerciante di tessuti di Norcia ha avuto un figlio che ora ha 9 anni”.

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