“Due vetture merci sono deviate e piegate; altre vetture sono ridotte a mucchi di rottami. Una vettura di terza classe a giardiniera, è letteralmente sventrata; altre son fracassate”. Così descriveva la scena il corrispondente da Terni de “L’Avanti!” subito accorso a Nera Montoro dove poche ore prima, il 20 novembre 1908, s’era verificato lo scontro ferroviario tra una locomotiva partita da Terni e diretta al deposito di Orte a ed il treno merci e viaggiatori partito da Orte alle 6 e 10. “Certo l’urto dev’essere stato violentissimo”, commentava. Rottami sparsi per centinaia di metri, cinque feriti uno dei quali “gravissimo”, riferiva il collega corrispondente da Orte del giornale socialista, che spiegava: “Mentre da Orte partiva il treno per Terni, dalla stazione di Nera Montoro partiva una macchina isolata. In prossimità del km. 85 essa ha investito il treno”. Feriti due macchinisti: Arturo Tamagnini, 33 anni, di Macerata, macchinista della locomotiva e il frenatore Domenico Villani, 22 anni di Orte; il macchinista del treno viaggiatori Angelo Capocci, 30 anni, di Livorno; il frenatore Augusto Cudini, 21 anni, di Civitavecchia; il fuochista Russo Bentivoglio di Viterbo, 23 anni. Era stato soccorso per un malore il capostazione di Nera Montoro, il quale svenne quando si rese conto – riferì il giorno successivo – che l’urto era inevitabile. Afferrmava di aver visto la macchina 695 bis “sopraggiungere come un fulmine, spezzando il binario incatenato preparato per arrestarne la marcia”.
Un po’ diverso il racconto del macchinista della locomotiva investitrice, raccolto, all’ospedale dov’era ricoverato, dal corrispondente di Orte, Lepponi: “Alla stazione di Terni prima di partire, il signor capo-stazione mi faceva avviso , per mezzo di apposito modulo, che alla stazione di Narni mi fossi informato come raggiungere il treno proveniente da Orte, ciò che feci e il capostazione di Narni risposemi che il capostazione di Nera Montoro aveva assicurato che l’incrocio si sarebbe effettuato regorlarmente, cioè alla stazione di Orte”.
Ripartito da Narni e “giunto al disco di protezione della stazione di Nera Montoro lo trovai disposto a via libera… alla stazione non trovai nessun segnale di arresto; anzi, passando davanti al fabbricato viaggiatori vidi posare in terra la lanterna di segnalazione ed entrare nell’ufficio del capo-stazione una persona che non potei conoscere”. Le ultime cose che ricordava era che al Km 85 “ove mi era impossibile scorgere qualsiasi ostacolo prima di 20 metri, vidi i due fanali della locomotiva del treno misto. Rapidamente misi in azione il freno Westinghause (sic!) e mi affrettai ad aprire la leva d’inversione, ma non feci in tempo”.
Il macchinista, comunque fu considerato responsabile dell’accaduto ed in ospedale era piantonato in attesa di essere incarcerato non appena dimesso. In carcere era già stato trasferito il capostazione di Nera Montoro.