1910, dalla Tombola fondi agli ospedali di Terni e Città di Castello

L’ospedale civile di Terni era in difficoltà economiche? No problem! Nel 1910 fu organizzata una grande “Tombola nazionale”: primo premio 100mila lire. Una specie di lotteria di Capodanno  dei tempi recenti, che utilizzava i fili del telegrafo per le comunicazioni necessaie. E il giorno Primo gennaio 1910 apparvero riquadri su tutti i giornali d’Italia per ricordare, appunto, che il 19 gennaio successivo avrebbe avuto luogo – “in Roma” e immancabilmente – l’estrazione.

Un’iniziativa diretta a sostenere economicamente non solo l’ospedale di Terni, ma anche quelli di Reggio Calabria, Pesaro, e Città di Castello, oltre alla Meteorologica Italiana di Torino e la Pro Infantia di Roma.

Una grande tombola di beneficienza. Che prometteva “premi rilevanti e veri” per un totale di 200mila lire (all’incirca tra 800 e 900mila euro di oggi), così divisi. “Lire 100.000 per la prima tombola; Lire 25.000 per la seconda; lire 15.000 per la terza: Lire 50.000 da dividersi tra “quelli che avranno segnato fra i 45 numeri che verranno estratti, i propri dieci numeri della cartella” mentre Lire 10.000 di consolazione sarebbero state divise in parti uguali tra i possessori delle cartelle che “non avranno segnato nessuno dei 45 numeri sorteggiati”.

A scopo di mostrare la serietà dell’iniziativa si assicurava il pubblico “che la data dell’estrazione è certa e non può subir rinvii”.

Le cartelle potevano acquistarsi in tutti i Banchi Lotto,Uffici Postali del Regno, Cambia Valute, Rivendite di Tabacchi e “e dove vi è l’avviso Qui si vendono le cartelle della grande Tombola nazionale di L.200.000”.

Il 19 gennaio, puntuale, arrivò l’estrazione. Si trattava di una tombola telegrafica, che si estendeva su tutto il territorio italiano e ciò complicò le cose quando si trattò di stabilire chi aveva diritto al primo premio.

La prima segnalazione fu del Giornale d’Italia, poche ore dopo l’estrazione: un messo comunale di Pignone, in Liguria, aveva fatto tombola al 21. numero estratto; la stessa cosa scriveva contemporaneamente la Tribuna da Ancona: ha vinto un certo signor Montevecchi, rapresentante di un’agenzia internazionale di trasporti.

Macché, controbatteva il Corriere della sera in una corrispondenza da Perugia: il primo premio è stato vinto da “Tal Arturo Partioli della vicina Ficulle. Ha vinto col quindicesimo estratto. Il Partioli – aggiungeva il corrispondente – che copre l’ufficio di guardia municipale del suo paese, non guadagna che una quarantina di lire al mese. Ha moglie e sette figli. Conduce perciò una vita stentata. La gioia della vincita di centomila lire lo ha fatto quasi impazzire”.

No no, scrivevano da Firenze, la cartella vincitrice è quella di Alessandro Sensi e Pergentino Calamai, abitanti a Prato. Vincitore, a Firenze, anche Luigi Calamai (forse parente di Piergentino) che non avendo segnato nemmeno un numero entrava fra i concorrenti al premio da diecimila lire. La cartella vincitrice delle centomila lire – si specificava – è segnata dal numero 39, registro 40.718. Ma nel primo elenco delle cartelle presentate al 22 gennaio erano indicate solo due cartelle vendute a Milano e due a Roma, mentre si specificava che altre 95 cartelle concorrevano alla ripartizione del premio di 50mila lire e 80 al premio di diecimila lire.

Nel frattempo a Milano erano state dichiarate annullate un centinaio di cartelle perché le matrici o erano in bianco o non leggibli.

Il 31 gennaio la comunicazione definitiva e ufficiale: il primo premio andava alla cartella 47 venduta a a Napoli; il secondo premio alla cartella 22 venduta a Giulianova in provincia di Teramo, il terzo premio a due cartelle col numero 52 vendute a Acquasanta e a Niscemi. 417 le cartelle che concorrevano al premio di 50mila lire e 917 alla ripartizione del premio di 10.000 lire.

Naturalmente si individuarono i vincitori. Il primo premio era andato ad una contadina di Porciano, in provincia di Frosinone, moglie “a un certo Giuseppe Borrelli, aggiustatore meccanico ferroviario a Napoli”; il secondo premio di 25mila lire era stato vinto a Giulianova da Luigi Corini, il terzo (15mila lire) dal segretario comunale di Acquasanta (Ascoli Piceno) Emanuele Fanini.

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