Erano passati cinquant’anni da quando i soldati piemontesi avevano dato l’assalto alla Rocca di Spoleto dove s’erano asserragliate le truppe pontificie. Era il 17 settembre 1860.Si trattò di una battaglia cruenta che ebbe inizio dopo una notte di assedio. Al primo assalto i piemontesi subirono numerose perdite e dovettero ritirarsi. Rinunciarono a un secondo attacco e dettero voce agli obici. La battaglia durò dodici ore, ma sul far della notte la guarnigione pontificia si arrese ed il suo comandante, l’irlandese O’Reilly, aprì la porta agli uomini del generale Brignone.
Le perdite per gli attaccanti furono numerose. Il 24 aprile 1910 il Giornale d’Italia, in una corrispondenza da Spoleto, riferiva che quel giorno si era tenuta una grande cerimonia, con un grande corteo che aveva trasportato al cimitero i resti dei soldati morti nell’assalto alla Rocca. “Dal cimitero, riferiva il Giornale d’Italia – le ossa saranno rimosse nel prossimo settembre per essere tumulate sotto il monumento commemorativo che verrà eretto (era stato commissionato all’architetto Cesare Bazzani, ndr) sul luogo dove avvenne il fatto d’arme a cura del Comitato perle feste del centenario”. Era, per la verità il Cinquantenario dell’Unità d’Italia, ma l corrispondente da Spoleto si lasciò trascinare dall’entusiasmo. Non mancò, però, di riferire di un breve discorso commemorativo pronunciato dal sindaco di Spoleto, Filippo Paletti.