1921, a Perugia sciolti d’imperio Comune e Provincia guidati da socialisti

Il 3 giugno 1921 fu dichiarato sciolto il Consiglio Provinciale dell’Umbria, composto di socialisti e con esso la Deputazione, l’organo esecutivo. Si accoglieva così la richiesta fatta a furor di popolo dai fascisti che scesero in piazza dopo la vittoria del Blocco Nazionale alle elezioni del 1921. A sostituire la Deputazione provinciale frutto delle elezioni amministrative del 1920, fu nominata una “commissione reale” sotto la presidenza del vice prefetto dell’Umbria, Bernardo Borrelli. Con altro provvedimento fu dichiarato sciolto sciolto pure il consiglio comunale di Perugia, Comune anch’esso amministrato da socialisti, come una parte considerevole dei comuni umbri dopo le elezioni amministrative del 1920 in cui si registrò un largo successo dei socialisti. Il sindaco di Perugia era Ettore Franceschini, a Spoleto fu eletto Camillo Bezzi, a Terni Tito Oro Nobili, a Foligno Ferdinando Innamorati, a Narni Olindo Valenti, a Orvieto Corrado Carini. Su 152 Comuni dell’Umbria 56 erano a guida socialista. In pochi mesi tutti furono dichiarati “decaduti”.

Presidente della Deputazione provinciale era dal 1920 Giuseppe Guardabassi, mentre i deputati erano Luigi Altieri, Aspromonte  Bucchi, Ugo Coccia, Filippo De Filippo, Rifeo Mattoli, Rutilio Robusti, Clotilde Rometti, Ettore Secci, Alfredo Urbinati, Giovan Battista Venturelli.

La commissione reale che la sostituì fu composta da Bernardo Borrelli (presidente), Domenico Arcangeli , Francesco Conestabile della Staffa, Astorre  Lupattelli e Stefano Riccardi

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