Chissà perché quelle operaie che a Trevi uscivano dal lavoro, incontrato il segretario del Fascio locale, Federico Cesaritti, di 21 anni, gli rivolsero contro “alcune parole oltraggiose per i fascisti”.
Era la sera dell’8 giugno 1921. Ad aggravare la situazione, “alle donne si univano alcuni giovanotti che circondarono il Cesaritti urlando”, scrisse il corrispondente da Perugia di un’agenzia di stampa.
Un brutto momento per il giovane segretario del fascio di Trevi, ma fortunatamente per lui, improvvisamente “a liberare il fascista dalla pericolosa situazione vennero due colpi di rivoltella, sparati non si sa da chi, che ferirono ad una coscia il muratore Peppino Pietrolato, d’anni 22, che era con gli aggressori. Il muratore trasportato all’Ospedale è stato giudicato guaribile in una trentinona di giorni”.