Il 7 giugno 1921 ci scappò il morto a Ranchi di Nestore, sulla strada da Città di Castello a Umbertide, in uno scontro tra socialisti e fascisti.
Lo scontro fu originato dalla richiesta avanzata da un gruppo di socialisti i quali prendevano parte ad una festa religiosa, affinché la banda del paese suonasse Bandiera Rossa. La richiesta trovò la veemente opposizione di due fascisti di Città di Castello, Giuseppe Ugolini e Giuseppe Luna.
Il parapiglia che ne nacque fu in un primo momento sedato dal’intervento dei presenti. Sembrava finita lì, ma – secondo la versione del cronista dell’epoca – poco dopo un contadino comunista, Ettore Zenobi, tentò di colpire con una roncola l’Ugolini il quale, immdiatamente, estrasse di tasca un revolver e fece fuoco.Le cronache raccontano che che egli dapprima sparò due colpi in aria a scopo intimidatorio, ma visto che Zenobi non si lasciava intimidire per niente, fece fuoco contro di lui uccidendolo.I due fascisti quindi se la dettero a gambe “per evitare rappresaglie; ma ne furono impeidito dai socialisti che li aggredirono a sassate”. Aquel punto i fascisti spararono altri due colpi uno dei quali “di rimbalzo ferì non gravemente un ragazzo di quindici anni”