1923: “purgato” il parroco di Coppe, condannati nove fascisti di Stroncone

stroncone Coppe

Gli avvocati difensori provarono a sostenere che la loro azione aveva “un fine nazionale” e che quindi agli imputati era applicabile l’amnistia. I giudici della Corte d’Appello di Perugia, però, non accolsero la tesi e accordava solo l’indulto di sei mesi per tutti gli imputati. Che, ovviamente, furono riconosciuti colpevoli a conferma della sentenza già pronunciata dal Tribunale di Spoleto, il 26 febbraio 1923 e condannati al carcere.

Gli imputati erano nove giovanotti di Stroncone che il 26 novembre del 1922, sulla piazza di Coppe, una frazione di Stroncone, purgarono il parroco. Nel linguaggio burocratico: “imponevano con la violenza al sacerdote Mariano Valentini di inghiottire una forte dose di olio di ricino”, recitava il capo di accusa.

Il prete denunciò tutti e al processo si costituì parte civile. Cosicché, nonostante i sei mesi di indulto, le pene furono abbastanza consistenti: Bruno Marini, Ettore Leonardi, Curzio Giubilei e Ferdinando Danielli furono condannati a due anni e sei mesi di reclusione; Giovanni Rossi e Oreste Massoli a due anni e un mese; Desiderio Angelini, Giovanni Angelini e Luigi Torracci a tre anni.

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