1930, Orvieto e il suo panorama “Bellezze da non perdere” per un turista in automobile

Panorama di Orvieto Scalo da Orvieto 1930
La vallata di Orvieta vista dalle mura della città: il Tevere, il Paglia e lo Scalo

Il fiume Tevere e il Paglia, la stazione ferrovaria quando Orvieto Scalo era un agglomerato di poche case- La foto è del 1930, apparve su “Tutti in automobile”, una “pubblicazione di propaganda dell’Automobile Club di Roma”. Era a corredo di un articolo-reportage di un viaggio in auto nell’Italia centrale. Poche parole a descrivere i luoghi attraversati, itinerari turistico-automobilistici che indicavano le strade da percorrere e le attrattive turistiche. Verso Orvieto, l’autore dell’articolo (che si firma con lo pseudonimo Dhiantus) arriva da Bagnoregio: “Discesa e successiva risalita sul fosso S.Lorenzo che si sprofonda ripidissimo verso destra: (Km.3,7) bivio destro per Lubrano; (km.5,1) Boccetta: bivio destro per Canale e alla Stazione di Orvieto; (metri 465) (Km.2) Villa Corniolo e bivio destro per Porano; (km. 0,7) Castel Rubello; (km. 3) Ponte del Marchese alla quota 396, sulla via Cassia Orvietana. Discesa con grandi circonvoluzioni fino al cimitero di Orvieto che si presenta in alto magnifica mentre a destra una linea diritta e ripida segna il tracciato della antica via romana (km. 1,5). Orvieto con la sua impareggiabile cattedrale, il più bel monumento policromo d’Italia e forse del mondo con le sue belle chiese di San Francesco e di san Domenico, col suo Palazzo del Popolo e quello Vescovile e il siuo musxseo museo e la Fortezza e il famoso Posso di S. Patrizio è troppo noto a tutti i turisti del mondo perché noi possiamo avere la superba idea di descriverne le bellezze. Meno noto, invece, è il panorama magnifico che si gode dall’alto delle sue vecchie mura e delle sue rupi spesso artificialmente tagliate a picco, come richiedeva la più antica forma di arte fortificatoria e noi consigliamo di percorrerne con l’auto quel tanto che è possibile, specialmente dalla parte nord-nord ovest, con la vista sulle valli della Paglia e del Tevere e dei paesi e monti circostanti”. Quello della fotografia.

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