1947, otto giovani di Spoleto bloccati per giorni dalla neve sui Sibillini

senza viveri si salvarono in una vecchia capanna: uno colpito da meningite

dalla neve

Rimasero bloccati dalla neve sulla montagna sopra Norcia. Loro avrebbero voluto arrivare fin sul Monte Vettore, ma non ci riuscirono. Li sorprese una tormenta che impediva loro sia di avanzare che di tornare sui propri passi per raggiungere uno dei centri abitati della zona, primo fra tutti Castelluccio. Trovarono rifugio in una capanna abbandonata ripromettendosi di riprendere il cammino il giorno dopo, ma non fu possibile. Né il giorno dopo, né quelli appresso. Era il 13 dicembre 1947 quando finalmente qualcuno di loro riuscì a raggiungere Norcia dove si potettero organizzare i soccorsi.

Isolati, senza viveri, restarono in attesa che la tormenta finisse, ma poi si trovarono a fare i conti con la neve alta fino a due metri, il che rendeva difficile mettersi in marcia. Per di più uno degli studenti, Aldo Santomo, di 17 anni, era stato colto da un grave malore, che successivamente si scoprì essere meningite.

Fortunatamente il gruppo degli studenti fu raggiunto tre montanari che portarono un primo aiuto. Viste le condizioni del giovane malato, si decise che era necessario mettersi comunque in marcia per raggiungere un centro abitato ed un ospedale. Fu un’impresa. Fu approntata una barella di fortuna e con i tre soccorritori partirono anche Ugo Marzapane di 23 anni e Ercole Rossi, 26 anni, il più anziano del gruppo. Una marcia che, affondando nella neve ad ogni passo, durò dieci ore. Finalmente giunsero a San Pellegrino e da qui non fu difficilissimo raggiungere Norcia. Gli altri componenti il gruppo, Livio Clarici, 21 anni, “Pillo” Monini, 19, Pietro Scaramucci, 19, Ruggero Santarelli, 15 anni, Alberto Biondi, 14 anni, restarono nella capanna in attesa che arrivassero i soccorsi quanto più rapidamente possibile. A sera furono in condizione di ritornare a Spoleto,

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