1963, inaugurato a Spoleto lo stabilimento Pozzi

Il 18 aprile 1963 a Spoleto fu inaugurato lo stabilimento della ghisa malleabile delle Fonderie e smalterie genovesi, azienda del gruppo Pozzi. Un’idea nata nel momento in cui la Terni decise lo smantellamento del reparto della ghisa malleabile nel suo stabilimento di viale Brin. In pratica si trattava del trasferimento di una produzione. I lavoratori ternani che erano impegnati nella difesa del reparto, in verità, manifestarono un certo risentimento, anche perché, si disse, “Spogliare un altare per vestirne un altro non cambia un granché nell’economia regionale” si disse. Ma di fronte alla fermezza della “Terni”, decisa a sospendere la produzione di ghisa tutti gli ostacoli caddero.

Pozzi
Il sindaco di Spoleto Gianni Toscano
Pozzi
Filippo Micheli

Il nuovo stabilimento della Pozzi trovava sede nell’area industriale di Santo Chiodo su un appezzamento di terreno di tredici ettari; un miliardo e mezzo di investimento e il posto di lavoro per 400 operai. “E’ un’operazione positiva ma non basta da sola a risolvere i problemi di una crisi fortemente penalizzante per lo spoletino” commentò il sindaco Gianni Toscano all’inaugurazione avvenuta in piena campagna elettorale (il 28 e 29 aprile 1963 si votava per il rinnovo del parlamento) . Era stata l’amministrazione comunale spoletina, a spingere perché si procedesse al taglio del nastro anche se lo stabilimento sarebbe stato in grado di mettersi in marcia solo qualche settimana dopo. La polemica nacque in seguito alle affermazione del sottosegretario Dc Filippo Micheli in quale non mancò di sottolineare il ruolo svolto dal governo e segnatamente dal ministro Emilio Colombo perché l’operazione Pozzi fosse andata in porto. “Grandi ringraziamenti al governo democristiano e scarsa considerazione dell’impegno dell’amministrazione comunale di sinistra”, criticava l’Unità.

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