1970, frana il costone delle Marmore: un miliardo di danni

“Il terremoto, il terremoto!” gridarono gli abitanti della zona di Cervara e di Collestatte Piano. Erano le nove di sera dell’11 febbraio 1970, quando la terra, in effetti, sussultò in tutta quell’area. Ma non era un terremoto. Era franato un tratto considerevole del costone che sovrasta la cascata delle Marmore. Migliaia di metri cubi di roccia, erano precipitati da quasi duecento metri di altezza fino a finire nel fiume Nera: grossi massi, il più grande dei quali si calcolò pesasse 600 tonnellate, erano precipitati dall’altezza di quasi centosettanta metri. Un danno ingente. E doppio: il rischio che correva un monumento come la cascata, vanto turistico ternano, e la messa fuori uso degli impianti che portavano acqua alle acciaierie ed alla sottostazione elettrica di Villa Valle. Il primo dei rischi, quello ambientale, a quei tempi fu considerato assai meno urgente rispetto all’altro. Delle quattro condotte forzate che portavano acqua dal laghetto sovrastante la cascata fino allo stabilimento siderurgico, due erano del tutto saltate, mentre le altre due presentavano danni che, il giorno dopo, si considerarono riparabili: quell’acqua serviva a raffreddare i forni di fusione dell’acciaio e la produzione si fermò. Alla stazione di Villavalle l’acqua captata dal Velino e dal sistema Cascata serviva a raffreddare i trasformatori che furono mantenuti a temperatura di sicurezza per tutta la notte dalle pompe dei vigili del fuoco: era a rischio lo smistamento di energia elettrica per molte delle fabbriche operanti nell’Italia centrale.

frana 1970

La produzione delle acciaierie restò boccata per tutta la notte, e solo il giorno dopo, il 12 febbraio, i tecnici potettero verificare i danni subiti ed approntare interventi di emergenza che consentirono dirtimettere in attività i forni, ma a ritmo ridotto. Si calcolò che sarebbero passati venti giorni prima che lo stabilimento tornasse alla normalità: il danno fu quantificato intorno al miliardo di lire, oltre nove milioni di euro di oggi.

Fu naturalmente necessario procedere ad una verifica della stabilità di tutto il costone superiore della Cascata delle marmore, e se ne dedusse che la situazione non era del tutto rassicurante, per la presenza di grotte e per la particolare conformazione del travertino.

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