Un mostro vero e proprio: la testa simile a quella di un rospo, ma di dimensioni esagerate, così come il “corpaccione” da rettile. In questo modo descrisse quella “cosa” una contadina di Collestatte. Raccontò di esserselo trovato davanti all’improvviso. Stava vicino ad un abbeveratoio per il bestiame, nella campagna vicino al paese della Valnerina ternana.
Era il 28 giugno 1971, quando i quotidiani raccontarono la storia. Specificando per bene che la contadina, Matilde Papa, 50 anni, abitante nella campagna di Collestatte “non è conosciuta come una visionaria e c’è chi crede nel paese al suo incontro con il mostruoso rettile, tanto più che un animale delle stesse caratteristiche era stato visto da altri contadini di Collestatte quindici anni fa”.
Per cui se ne dedusse che l’animale mostruoso, che i contadini della Valnerina – riferivano le agenzie di stampa – chiamavano “regolo”, non era frutto di un colpo di sole. Stava appropinquandosi, voleva dissetarsi. Ma quando sentì i passi di Matilde ristette timoroso, immobilizzandosi, inconscio evidentemente di quanta paura mise lui nell’animo della donna specie quando, riferi lei, si mise a fissarla con “i suoi grandi occhi vitrei”.
Così venne alla mente del cronista dell’epoca che pure sei anni prima, nel 1965, un fatto simile s’era verificato. Ancora una volta in Valnerina, a Cerreto di Spoleto, Anche in quell’occasione ci fu chi riferì di aver visto un rettile enorme. Quelli di Cerreto si fecero coraggio e organizzarono battute per stanare lo strano essere che s’era infilato nel fitto bosco. Cerca e ricerca il mostro, però , non fu mai trovato, concludeva il cronista,. E manco quello di Collestatte è stato più visto da alcuno.