Prima stazione di posta lungo il diverticolo della Salaria che da Passo Corese si dirigeva verso Terni e la Flaminia. Poi per lungo tempo locanda ad uso dei viaggiatori che in carrozza percorrevano quella strada. Al piano superiore c’erano due o tre camere, al piano terra l’osteria, l’Osteriola di cui rimane l’antica insegna scolpita nel marmo. Dietro al casale un appezzamento di terreno. Oggi è un uliveto, ma allora era sufficentemente grande per fare l’orto, allevare animali domestici, coltivare viti e ulivi.
Vino, carni, verdure e olio “della casa”, come si fa (o si suppone che si faccia) nei moderni esercizi di “agriturismo”.
Una parte della costruzione, un ampliamento fatto nel 1927, è crollata. La facciata ed il corpo originario si reggono, ma “chiedono” un intervento di restauro o almeno di conservazione.
Quella stazione di posta potrebbe tornare a “funzionare”. Anni fa l’hanno comprata moglie e marito, di Configni. Volevano appunto aprirvi un ristorante con annesso piccolo albergo. «Pensavamo di fare tutto in quattro e quattr’otto – raccontano – invece ci sono voluti anni per avere tutti i permessi e prima che l’area da agricola fosse destinata a servizi turistici». Ora i permessi ci sono, si potrebbe cominciare. «Eh, di questi tempi… I permessi ci saranno pure, ma ormai mica bastano!». Come diceva quello: le idee ce l’ho, sono i soldi che mi mancano.
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