Fattostà che il 25 ottobre 1869 arrivavano a Gubbio tre compagnie di bersaglieri partite la sera prima da Ancona. Un’operazione fatta nella massima discrezione, che fu però nota a tutti grazie all’intraprendenza di un cronista del Corriere delle Marche, il quale così la riferì: “La città di Gubbio, posta nella provincia di Perugia al confine con la nostra, era da qualche anno abituata a ridersi della leva giacché essendo d’accordo nel sottrarsi, si aiutavano vicendevolmente a nascondersi, a scappare e a fare anche resistenza alla forza pubblica quando si presentava per prendere i renitenti”. Fatti del genere accadevano quotidianamente e sempre c’era l’aiuto della popolazione nei confronti dei giovani che cercavano di evitare il servizio militare obbligatorio.
Il Corriere delle Marche, nel riferire la cifra dei settecento renitenti di Gubbio, criticava il governo che aveva fatto passare troppo tempo – a suo parere – per intervenire e far rispettare la legge. Comunque sia “si concertò – continuava l’articolo del Corriere delle Marche – una piccola operazione strategica”. Che tanto piccola nemmeno fu se intervennero tre compagnie di bersaglieri che, insieme a guarnigioni di stanza ad Arezzo, andarono a rinforzare le truppe già presenti a Perugia. Gubbio fu in pratica accerchiata di soldati, mentre i carabinieri procedevano all’arresto dei renitenti nel centro abitato. L’accerchiamento aveva lo scopo di impedire fughe nella campagna.
“Sappiamo che l’operazione – concludeva il Corriere delle Marche – riuscì bene; la forza pubblica si impossessò di un gran numero di renitenti e le tre compagnie sono aspettate oggi di ritorno ad Ancona. Speriamo che la lezione – aggiungeva l’articolista – servirà a Gubbio, la quale si era troppo facilmente lusingata di potere a lungo sottrarsi ad un dovere generale dei cittadini”