Una celebrazione che arrivava – per la verità con un paio di anni di ritardo essendo Pennacchi nato a Bettona, sì, ma nel 1811 come giustamente riportato nel testo scolpito sul marmo. Ma quel che contava era comunque l’idea. Si scoprì una lapide, niente di più, seppure affissa sulla facciata del Municipio, ma la cerimonia fu di quelle da ricordare per le presenze: il Prefetto di Perugia che rappresentava i ministri dell’Interno e della pubblica istruzione; il deputato Fani, i sindaci di Perugia, Assisi, Foligno, Spello, Bastia, Città di Castello, Torgiano; i rappresentanti dell’Università e di tutte le altre scuole perugine; numerose associazioni con bandiere; e, naturalmente, il sindaco di Bettona, Fedeli. Un lungo corteo, quindi la cerimonia d’inaugurazione ad opera del Prefetto che rappresentava, nel particolare frangente, il Re.
Dopo i discorsi commemorativi, alle 15 grande banchetto (150 coperti) nella sala del Comune. Anche qui discorsi e lettura dei telegrammi di adesione inviati dal sindaco di Roma, da quello di Genova, dal senatore Gallenga e dal senatore Faina.