Un diverbio con la madre fu la causa scatenante di un profondo sconforto che spinse la giovane, Luisa C., a farla finita. Dopo la lite la madre era uscita di casa. Alle 11 di sera, quando Luisa si coricò, non era ancora tornata. Gira e rigira nel letto, alla fine si è alzata ed è uscita sull’aia davanti casa, nelle campagne di Spoleto, a Castel San Giovanni, una frazione di Castel Ritaldi. Poco lontano c’era un pozzo profondo otto metri con tre metri d’acqua sul fondo. Si gettò dentro.
Ma non la sentiva nessuno. Sarebbe finita in tragedia se di lì a poco non fosse arrivato il fratello Quinto. La madre lo aveva mandato a controllare che sua sorella fosse andata a letto. Il giovanotto sentì la sorella gridare e chiamò allora alcuni vicini che lo aiutarono: lo presero per le gambe mentre lui, a testa in giù nel pozzo, cercava di afferrare le mani della sorella. Ci vollero vari tentativi, ma alla fine -stremato – ci riuscì. Luisa fu portata in salvo. Si chiamò il medico che, pure se la ragazza non aveva subito danni, la ricoverò all’ospedale di Spoleto. Dopo una notte sotto osservazione e dopo gli accertamenti fu dimessa. La brutta avventura era finita.