Colfiorito, sette morti sul lavoro

Il 30 novembre 1924

Colfiorito, sette morti sul lavoroA Colfiorito, nel circondario di Foligno, si verificò un gravissimo incidente sul lavoro che costò la vita a sette giovani operai, dipendenti di una ditta emiliana specializzata nella realizzazione di linee elettriche. Il più “anziano” tra di loro aveva 32 anni, ma quasi tutti erano “padri di famiglia”.
Era domenica, quel 30 novembre, ma certi tipi di lavoro non lasciano spazio al giorno di riposo. Per conto della “Terni” si stava costruendo una nuova linea per trasportare l’elettricità da Terni a Camerino.
Erano saliti tutti e sette su un traliccio di ferro ad un’altezza di circa venti metri. Legati con le cinte di sicurezza, dovevano tendere i fili della linea elettrica ed agganciarli agli isolatori. Ad un tratto, però, il traliccio si piegò spezzandosi. I sette uomini precipitarono con esso morendo sul colpo tutti meno che uno cui la gente di Colfiorito, i lavori erano in corso non lontano dalla chiesa parrocchiale, prestò i primi soccorsi. Ma l’operaio sopravvisse solo un’ora.
Da Foligno, di cui Colfiorito è una frazione, arrivarono poco dopo il Sindaco Avvocato Iraci, il sottoprefetto, il pretore che dette il nulla osta permettendo l’allestimento di un camera ardente nella stessa chiesa parrocchiale di Colfiorito.
I funerali, solenni, si tennero il martedì successivo, il 2 dicembre, a Foligno. Le bare furono trasportate da due camion che attarversarono in corteo due ali di folla lungo tutto il tragitto da porta Ancona fino alla stazione ferroviaria, per il ritorno in Emilia. Presenti e commossi tutti i compagni di lavoro dei sette operai che si chiamavano Gino e Luigi Bai, Alberto Venturi, Samuele Guidotti, Battista Vivarelli, Mario Margelli e Medardo Ludovisi.

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