1946, alle elezioni comunali il Pci vince a Terni e il Psiup a Perugia

uomo qualunque

Furono particolari le elezioni comunali del 1946. In conseguenza delle distruzioni belliche non fu possibile fissare una data che fosse la stessa per tutti i Comuni italiani. Si votò in cinque tornate a primavera  e otto in autunno. Il 10 marzo votarono 436 Comuni, il 17 marzo 1.033, il 24 marzo 1.469, il 31 1.560, il 7 aprile 724 Comuni. In autunno tra il 6 ottobre  e il 24 novembre furono chiamati alle urne i cittadini di 1383 Comuni.

La giornata elettorale più importante e significativa dal punto di vista politico fu quella del 10 novembre quando si svolsero le elezioni in sei delle maggiori città italiane: Roma, Palermo, Genova, Firenze, Napoli e Torino.

Furono, già quelle, le elezioni “dell’Uomo Qualunque”, così come si chiamava la formazione politica fondata da Guglielmo Giannini che nei primi anni del dopoguerra attirò un gran numero di consensi. In Umbria, alle comunali del 1946, l’Uomo Qualunque presentò una lista a Perugia, ma non a Terni. Questi, comunque i risultati nei due capoluoghi umbri.

A Terni il primo partito fu il Pci che ottenne 16.692 voti (il 43%), il doppio rispetto al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria che con 8.041 voti ebbe il 20,7%. Alla Democrazia Cristiana andarono 6.988 voti (8%), col Pri che arrivò ad una incollatura con 5.918 voti (15,2%). Il Partito Liberale si contentò di 1.191 suffragi pari al 3,1%.

A Perugia il Fronte dell’Uomo Qualunque  risultò il quinto partito con il 6,5% e due seggi in consiglio comunale, lo stesso numero di seggi ottenuti dal Partito Repubblicano (anch’esso col 6,%%). Primo partito fu il Psiup (32,7%) con 14 seggi; il Pci (25,7%) ottene 11 seggi, uno in più rispetto alla Dc  (25,2 %) che ebbe circa 250 voti in meno del Pci. L’ultimo seggo disponibile andò al Partito liberale col 2,4%. In scheda c’era anche il simbolo del Partito d’Azione che ottenne ebbe il consenso di 460 elettori perugini (1%).

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