Foligno 1903, crolla la facciata del Duomo durante lavori di restauro: 5 operai morti

Foligno, il Duomo dopo l’incidente

Erano quasi conclusi i lavori di rifacimento della facciata del Duomo di Foligno. Mancava solo di realizzare una cortina nuova al vertice della guglia. Inaspettata arrivò la tragedia: all’improvviso tutto crollò. Un gran polverone e buona parte della facciata divenne macerie, l’impalcatura sulla quale lavoravano gli operai si disfece, e cinque lavoratori ci rimisero la vita. Accadde il 5 agosto 1903.

Forse tutto dipese da una mossa incauta di un operaio – si disse dopo – che rimosse alcune pietre utilizzate per sorreggere una grossa base di travertino, sulla guglia, sopra alla quale era impiantata una croce di ferro. La base di travertino prima di inclinò, poi cadde trascinandosi appresso la grande, pesante croce, e diversi metri cubi di materiale del muro appena rifatto.

Qualche operaio fece in tempo a saltare sopra il tetto della cattedrale, gli altri furono travolti dal crollo. Quattro operai restarono uccisi sul colpo, un altro, soccorso in fin di vita, morì poco dopo all’ospedale. Francesco Pierangeli, Eraclio Bosi, Carlo Armezzani, Filippo Falconi, Giacomo Pagnotta i loro nomi.

Si tennero funerali solenni in Sant’Agostino, con la messa officiata dal vescovo; furono approntate mille lire per aiutare le famiglie, si procedette alla promozione di una colletta.

I lavori di profondo restauro della faccia della cattedrale di Foligno erano stati promossi e finanziati dal Comune e dal Vescovado e da alcuni privati attraverso donazioni.

Ma chi era responsabile del cantiere? Secondo alcuni il vescovado, secondo altri il Comune che attraverso il proprio ufficio tecnico doveva controllare anche la sicurezza del cantiere. Ma ognuno rimpallava la responsabilità all’altro.

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