Foligno 1900, sciopero alla fabbrica di carburo

Il 20 gennaio 1900 gli operai della fabbrica di carburo di Foligno, dichiararono lo sciopero. Chiedevano un aumento della paga. La direzione rifiutò replicando agli operai che quello era il momento meno opportuno per avanzare la richiesta a causa di un periodo di crisi dovuta alla diminuita richiesta di Carburo e per il contemporaneo aumento del costo del carbone. La Società – si disse – fa magri guadagni. Il braccio di ferro durò per alcuni giorni, poi la protesta cessò, senza che fosse raggiunto un accordo. La “Società Anonima per la fabbricazione di carburi e derivati”, con sede a Roma, aveva avviato la produzione nel 1898, acquistando dal Comune di Foligno – impegnato in un’azione costante di promozione del territorio per favorire insediamenti industriali – gli ampi locali di quello che era stato, in precedenza, il monastero di San Claudio.
A sostegno degli operai in sciopero si organizzò una colletta promossa da Domenico Benedetti Roncalli e dai circoli democratici folignati, ma ci fu chi, sul fronte politico opposto, fece notare che evitando lo sciopero i lavoratori non avrebbero perso, in totale, circa duemila lire di salario.
In uno studio del 1910 della Camera di Commercio dell’Umbria, quindi di qualche anno dopo, in relazione alle condizioni di lavoro degli addetti alla fabbrica di carburo di Foligno, si specificava che i quaranta operai “tutti maschi adulti, sono occupati per 350 giorni l’anno, con dieci e talvolta dodici ore di lavoro al giorno. Il salario corrisposto va da un minimo di Lire 2 ad un massimo di Lire 3,50”. 

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