Foligno 1958: sei morti e sei feriti nel crollo di una palazzina in viale Firenze

La palazzina dopo il crollo (Foto Neri da “La Gazzetta di Foligno”)

Un crollo improvviso, in una palazzina in viale Firenze a Foligno: una sciagura in cui persero la vita sei persone ed altre sei rimasero ferite. Accadde il 25 agosto 1958. Si stavano effettuando lavori di sopraelevazione: altri due piani sopra a quelli già esistenti. La casa era di proprietà di Pasquale Cuccagna che quella mattina – il crollo avvenne verso le 11 – era salito all’ultimo piano ancora puntellato per dare un’occhiata allo stato dei lavori. Con lui la moglie Antiade di 55 anni e il figlio Franco, 33 annni, medico oculista. Con loro era Luigi Cornacchini, fratello di Amilcare il titolare dell’impresa che stava eseguendo i lavori.

Uno scricchiolio e subito dopo tutto crollò. Il quarto ed il terzo piano si sfaldarono completamente mentre i primi due piani resistettero. Un boato ed una grande nuvola di polvere. Poi le urla di terrore. E l’arrivo quasi immediato dei soccorritori.

“I primi accorsi, non appena il polverone si è abbassato, hanno scorto una scena spaventosa: alcuni feriti si trascinavano fuori dalle macerie sanguinanti; un operaio, Fernando Tiburzi, rimasto prodigiosamente illeso, in preda a choc nervoso correva gridando frasi incomprensibili – raccontò il corrispondente da Foligno de La Stampa – Al pianterreno il tabaccaio Dino Pinotti, nella sua bottega rimasta fortunatamente in piedi, stringeva a sé, impietrito dal terrore un bambino ch’egli stesso aveva rincorso e salvato mentre si ebbe il primo scricchiolio: in quel momento il bambino, recatosi a comperare le sigarette per il padre, si accingeva ad attraversare la strada”.

Ci si occupò di alcuni feriti che non erano stati travolti dalla macerie: erano alcuni operai che si resero subito conto di quel che stava accadendo non appena percepirono il primo segnale di cedimento e saltarono nel vuoto evitando di rimanere sepolti sotto le macerie: Gino Morici di 42 anni, Tranquillo Gubini di 37, Giuseppe Squadroni di 28, Fernando e Franco Tiburzi di 25 e 55 anni, Nello Figlioni di 20. “Soltanto i due primi hanno riportato ferite d’una certa gravità guaribili in un mese circa; gli altri sono rimasti semplicemente contusi”. Intrappolati sotto le macerie erano deceduti tutti e tre i componenti della famiglia Cuccagna, Luigi Cornacchini, un autista dell’impresa, Aurelio Milani di 27 anni, ed uno degli operai Rino Brunoni, di 24 anni”.

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