Foligno, anatemi contro la polizia: ha osato arrestare il “contino”

Foligno, 20 agosto 1869

Un cadetto, allievo del collegio militare di Milano, tornava per una licenza a casa sua nelle Marche. A Foligno doveva cambiare treno, ma mentre aspettava la coincidenza fu arrestato. Sospettarono che dal collegio militare si fosse allontanato senza permesso, un disertore quindi. Gli agenti di polizia che lo fermarono per un controllo probabilmente non furono convinti delle sue spigazioni ed invitarono il giovane a seguirli presso gli uffici della sottoprefettura. Si trattava del “contino R.”, la cui famiglia evidentemente doveva avere qualche buon amico tra i giornalisti del “Corriere italiano” che.  sollecito, diramò la notizia. Il “contino” condotto davanti al regio sottoprefetto di Foligno, “produsse sollecito documenti e lettere capaci a far fede della di lui identità personale”, riferisce il giornale. Documenti e lettere che permisero di indentificarlo, ma tra i documenti nominati non figura – tanto per dire – il permesso di andare in licenza. Sarebbe dovuto bastare al sottoprefetto di Foligno sapere con chi aveva a che fare  – secondo il Corriere Italiano – e avrebbe dovuto essere persuaso che tutto era accaduto a causa dello “zelo esagerato della guardie di questura, uno zelo del tutto inopportuno”.

La stazione di Foligno

“Nossignore! Il sotto prefetto – continuava il cronista – si ostina nel ritenere di aver fatto buona preda, d’aver acquistato un titolo alla gratitudine dell’intero esercito!! Si trattiene in prigione il conte R., si telegrafa a Firenze, dove si è dovuto correre su e giù dalle scale del Ministero degli Interni, per riuscire a far persuaso chi di ragione, perché fosse spiccato ordine perentorio al signor sottoprefetto di Foligno di lasciare in libertà il malcapitato giovanetto”.

E poi il commento finale: “Che delle guardie di questura, nella loro relativa poca intelligenza, possano pigliare di così grossi granchi a secco, non vi è da meravigliarsi. Ma che di tali granchi siano poi raccolti avidamente da un sotto-prefetto, questa ci pare assai grossa”.

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