Perugia, graffiti con insulti al colonnello: soldato in carcere

Graffiti di più di un secolo fa: sono quelli cui fece ricorso un soldato del 51. Reggimento di Fanteria di stanza a Perugia per mandare a quel paese il suo comandante. Alla metà di giugno del 1909 nel compiere un’ispezione nella caserma del reggimento, il maggiore Denti, trovò un muro attraversato da una scritta gigante che, appunto, insultava il colonnello Cavoretti, comandante del reggimento

graffitiOvvio che scattasse un’inchiesta che portò a scoprire l’autore del “misfatto”: si trattava di un caporale in sostanza, napoletano: Salvatore Mandolino.

Il soldato sulle prime negò, poi ammise che sì, quella frase l’aveva scritta lui. E così finì sotto processo e rinviato a giudizio davanti al Tribunale militare di Roma per rispondere di insubordinazione con ingiuria verso un superiore assente.

In udienza, il 13 agosto 1909, l’avvocato fiscale (il Pm) chiese la condanna di Salvatore ad un anno di reclusione, ma il Tribunale che valutò che si trattasse di semplice ingiuria. Ragion per cui il soldato fu condannato a due mesi di carcere (di  cui uno già scontato) col beneficio della non iscrizione nel casellario giudiziale.

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