“La Befana vi porterà il terremoto”

 

Che nottataccia quella tra il 5 e il 6 gennaio 1949! Nella bassa Umbria, nella Sabina, nel Viterbese e dalle parti dell’Aquila furono in parecchi a passare la notte sul chivalà. E non per aspettare la Befana coi suoi doni, ma per una faccenda grave. Certe previsioni sostenevano che quella notte un terremoto violentissimo avrebbe scassato l’Italia centrale e l’epicentro sarebbe stato proprio lì, in quel pezzetto di carta geografica in cui Umbria, Lazio e Abruzzo si toccano. Fu un sismologo inglese, William Wheeler, a dirsene certo, già nel mese di ottobre del 1948: lui aveva avvertito… A novembre il Barbanera aveva confermato che sì, il pericolo probabilmente c’era. Per non parlare del “Mago d’Abruzzo”, un veggente di una certa rinomanza, che lanciò accorati appelli.
Il timore, d’altra parte, trovava riscontro in fatti oggettivi. Diverse, forti scosse di terremoto c’erano state in zona alla fine dl dicembre del ’48, ed in Sabina avevano provocato parecchi danni: Morro Reatino e Poggio Bustone furono le zone più colpite, con oltre la metà delle abitazioni danneggiate; in Umbria, a Polino, erano rimaste danneggiate alcune case e l’antica rocca; a Rivodutri s’erano sbriciolate due abitazioni e la chiesa era inagibile. Chiaro che man mano che le ore passavano e la notte della Befana s’avvicinava, i denti della gente battevano sempre più forte. Non tanto per il freddo- perché pare che anche nel 1949 l’inverno fosse particolare, con temperature che a Capodanno avevano raggiunto i venti gradi – Era proprio paura.
L’ondata di panico creò qualche preoccupazione. Illustri scienziati da tutto il mondo specificarono che la previsione del professore inglese era una “fanfaronata”. Lui intervistato da alcuni giornali italiani, però, confermava che l’evento sismico disastroso ci sarebbe stato: “Il 5 o il 6 gennaio, in qualche parte del mondo un terremoto ci sarà –disse – Forse in Giappone o forse in Italia. Però – aggiunse – posso anche sbagliare”.
E si sbagliava, infatti. Perché in Italia in quei due giorni arrivò parecchia neve, s’allagò la pianura vicino Firenze, ma niente terremoto, a parte una scossetta di poco conto registrata dagli strumenti e con epicentro in Sabina. E l’inglese? “M’ha fatto perdere dieci scellini che avevo scommesso sostenendo che ci aveva azzeccato – disse la figlia – Non gli darò più tanta fiducia”.
Aveva progettato di stabilire un primato, William Wheeler: diventare il primo uomo capace di azzeccare la previsione di un evento sismico. Gli andò male, ma un record lo stabilì ugualmente: quello dell’uomo più spernacchiato del secolo.
Non andò un granché bene nemmeno al “Mago d’Abruzzo”, al secolo Mario Ferrandini, abitante ad Accumoli. Passata la paura i compaesani andarono verso casa sua e l’intenzione era di togliergli il vizio. Lui riuscì a sgattaiolare da una porta secondaria ed a salire sulla corriera per Roma.

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