Terni, l’atto di nascita delle acciaierie Saffat

Il 10 marzo 1884

alle ore 17 e 30 la firma del notaio Ulisse Contessa di Stroncone sanciva la nascita ufficiale della società delle acciaierie di Terni, la Saffat. Il futuro di Terni stava tutto lì, in quei cinque fogli di carta bollata i quali decretavano la costituzione della società anonima per azioni Saffat, (Società Alti Forni Fonderie Acciaierie Terni)  con un capitale di 3 milioni di lire

in seimila azioni del valore di cinquecento lire l’una. 3612 di queste azioni erano nella cassaforte della Società Veneta per Imprese e Costruzioni pubbliche; novecento nella mani di Vincenzo Stefano Breda che, in quanto presidente della “Veneta” in pratica diventava il deus ex machina della nuova società; 1035 azioni erano di Cassian Bon, imprenditore, belga di nascita e ternano di adozione, città dove si era trasferito rilevando una fonderia (la fonderia Lucovich) ed aveva in breve tempo ampliato il proprio raggio di azione, avviando una serie di attività che andavano da un mulino per l’olio in via Camporeali, alla fonderia di ghisa in viale della Stazione, passando per l’albergo Manni (con annesse terme) in piazza Tacito.

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