Ai primi di novembre del 1938 Il regime rende noti i dati relativi all’indice di natalità riferito ai nove mesi tra gennaio e settembre, stilando una graduatoria di merito tra le province italiane. I provvedimenti “per l’incremento demografico della nazione” sono dell’anno prima, e giunsero a sostegno di un campagna i cui contorni erano stati delineati da Mussolini già nella seconda metà degli anni Venti. Si trattava di provvedimenti che avevano come scopo principale la tutela delle famiglie, specie se numerose, ed introducevano, tra l’altro, la tassa sul celibato oltre a produrre la nascita dell’Onmi.
A meno di un anno dall’entrata in vigore delle norme per l’incremento demografico è Littoria la provincia più prolifica, con un tasso di natalità del 49,7 per mille abitanti. Invece Alessandria, in cui il tasso registrato è del 14,7 per mille, è quella più “sparagnina” tra le 98 province italiane. 98, perché tra le Province del Regno d’Italia vanno conteggiate anche quelle dell’Istria e della Dalmazia e, per la prima volta, anche le quattro della Libia: Tripoli, Bengasi, Derna e Misurata. Anzi, i coloni libici, ben spalleggiati dagli originari del posto, si fanno onore, specie Derna che col suo indice di 39,6 è superata nella graduatoria generale solo da Littoria e Zara (la città dalmata fa registrare un ottimo 41 per mille).
Le province umbre e alcune tra quelle del centro Italia come se la cavano? Perugia naviga al 55. posto, a parità con Rieti, con un indic
e pari al 24,6; Terni batte la fiacca e deve contentarsi del 68. posto con 21,6, superata anche da Macerata (56. piazza con 23,9) e Viterbo (57. con 23,8).”Nel complesso si nota un miglioramento del livello di natalità”, informa il Minculpop.
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