La spedizione di Mentana e il ruolo dei ternani

Il 1. novembre 1867,
la fine dell’avventura garibaldina per la liberazione di Roma era ormai data scontata. La battaglia di Mentana, che avrebbe decretato la sconfitta dei garibaldini, si combatté il 3 novembre 1867. Terni città di frontiera tra il Regno d’Italia e il territorio della Chiesa, si ritrovò ad essere importante centro logistico per ciascuna delle azioni che furono tentate perché il Regno Papale finisse e Roma diventasse capitale d’Italia.

Il Generale Nicola Fabrizi
Il Generale Nicola Fabrizi

Da Terni aveva preso le mosse il tentativo del giugno dello stesso anno finito male. E sempre a Terni si ebbe la concentrazione di volontari della spedizione di ottobre, in attesa che il Generale arrivasse e desse il via. Il piano era che nello stesso tempo il centro d’insurrezione romano si fosse sollevato, ma il tentativo insurrezionale, messo in atto il 22 ottobre, era finito male. Cosicché il giorno dopo, il 23 ottobre, quando Garibaldi si mise alla testa delle truppe di volontari, l’iniziativa appariva già compromessa.
Intanto però a Terni l’organizzazione era andata avanti spedita, coordinata da un Comitato di Soccorso che si rese “benemerito della causa nazionale- come riferiva La Riforma, quotidiano politico di Firenze in quel periodo capitale d’Italia – I membri di esso nulla hanno risparmiato, né fatiche né disagi, né premure, né opere per aiutare lo svolgimento dell’opera iniziata dal Generale Garibaldi in favore di Roma”.
A Terni dimorò, in attesa di passare all’azione, il Capo di Stato Maggiore dell’esercito garibaldino, il generale Nicola Fabrizi. Alla fine di ottobre nel lasciare Terni “per recarmi al mio posto a fianco del Gen. Garibaldi” Nicola Fabrizi volle dare atto del’impegno profuso al Comitato ternano con una lettera di ringraziamenti (pubblicata dalla Riforma) ai componenti del comitato “per la fiducia e la cooperazione di cui fui onorato… Sono certo di essere esatto interprete dei sentimenti del Comitato Centrale nel tributar loro la più assoluta benemerenza per servigi prestati in questa difficile occasione del paese, coll’operosità e l’abnegazione da superare ogni confronto, e che tanto più spicca quanto più sono varie e complicate le vicende entro cui si rivolgono gli avvenimenti”.

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