Morgnano, protesta disperata di 70 minatori

La protesta andò avanti per sette giorni e sette notti tra la fine di gennaio ed i primi di febbraio del 1960. Una settantina di minatori occuparono le gallerie delle miniere di lignite di Morgnano, prigionieri volontari a seicento metri di profondità. Protestavano contro la minacciata chiusura dell’impianto minerario spoletino da parte della “Terni”, facendo stare col fiato sospeso i propri familiari e l’opinione pubblica. Sopra era un continuo via vai di senatori, deputati, amministratori pubblici locali che incontravano i sindacalisti della commissione interna. Ed un susseguirsi di messaggi di solidarietà. L’arcivescovo di Spoleto, monsignor Radossi, inviò una lettera esortando i minatori “per il loro benessere fisico, per la tranquillità delle loro famiglie e per rendere più facile la possibilità di trattare con la direzione della società” ad uscire dal pozzo “Orlando”, il più profondo della miniera, lo stesso in cui si era verificata cinque anni prima la tragedia che costò la vita a 23 operai mentre molti altri rimasero feriti.
Era dal 1958 che la situazione s’era deteriorata in maniera che pareva definitiva, da quando cioè la “Terni” cominciò a ridurre il numero degli occupati di Morgnano che erano 1.300. Nel 1960 erano diventati cinquecento. Nel gennaio 1960 era arrivato un ulteriore provvedimento che fu scatenante della protesta: 18 perforatori furono allontanati dalla produzione e trasferiti alla Icrot, società di servizi che operava presso lo stabilimento siderurgico di Terni. La protesta finì il 4 febbraio, quando la “Terni” fece sapere che i trasferiti sarebbero restati a far parte dell0organico in forza alla miniera di Morgnano, anche se effettivamente avrebbero prestato servizio alla Icrot. Era l’occasione per porre fine ad una situazione di stallo che non prometteva niente di buono. I programmi di abbandono della produzione di lignite da parte della “Terni” (che aveva deciso già da alcuni anni di procedere in tal senso) non vennero minimamente variati. Nell’agosto dello stesso anno, il 1960, la “Terni” presentò ufficialmente l’atto di rinuncia alla concessione per le ricerche minerarie nello spoletino. Morgnano era di fatto una miniera ormai chiusa.

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