Da Nocera erano state percorse circa cinque miglia e si era ormai ad un miglio da Valtopina. La strada si infilava in una strettoia tra le rocce, e qui, dietro ad alcuni macigni, c’erano i banditi, una decina, in attesa. Appena il convoglio arrivò, da dietro le rocce partirono i primi colpi di fucile indirizzati contro i lancieri di scorta. Invece di allungare l’andatura e cercare di fuggire, ci si fermò, coi lancieri che rispondevano al fuoco, ma avevano poche munizioni a disposizione. Finita la sparatoria, uno dei banditi si avvicinò al carretto mentre i suoi compagni mantenevano in pugno la situazione. Da solo, il bandito, si caricò sulle spalle la cassa di ferro contenete il denaro. Quindi i bandoti si doleguarono salendo verso le montagne. Ma della cassa si disfecero poco dopo il colpo: fu infatti ritrovata aperta poco lontano dal punto dell’agguato. A dare l’allarme fu uno dei lancieri che informò i rappresentanti dell’impresa. Subito scattò l’allarme e quattro carabinieri insieme ad un ufficiale di pubblica sicurezza si recarono sul posto e dettero il via alle indagini. L’assalto fu opera della banda di briganti di Cicinicchia, i banditi più feroci tra quelli che operavano in quella parte dell’Umbria.