Papa Wojtyla libera dal diavolo una donna di Terni

Papa Wojtyla
Papa Giovanni Paolo II durante la visita alle accierie di Terni

La ragazza, appena vent’anni, viveva in un piccolo centro nelle vicinanze di Terni. Bella, piena di vita. Un certo giorno, all’imporvviso, diventò irriconoscibile. In preda a raptus sempre più violenti, dava in escandescenze plateali. I vicini di casa, abitanti di un paese vicino Terni, la sentivano urlare bestemmie così orrende da far rizzare i capelli in testa perfino a un esercito di carrettieri. Andava avanti per ore. E dopo le bestemmie cominciava a ringhiare come una fiera Una trasformazione incredibile! Il povero parroco andava sbattendo la testa agli angoli della canonica. “E’ il diavolo – disse ai parrocchiani – E’ posseduta dal demonio che s’incarna sempre nelle creature più belle».
Bisognava scacciarlo, ma come? Provarono con preghiere e digiuni collettivi; chiamarono esorcisti da ogni parte d’Italia; organizzarono un pellegrinaggio a Montefalco, alla chiesa di Santa Chiara. Tutto inutile: al tramonto, la ragazza si trasformava e, quand’era ora del rosario, lei cominciava a urlare bestemmie. Durò per diverse settimane.
Fino a ché il Vescovo di Spoleto, della cui diocesi fa parte il paese, decise di portarla da Papa Wojtyla. «Non c’era altro da fare – spiegò in seguito il parroco – Avevamo provato ogni tipo di esorcismo, ma il caso era terribile. Il diavolo s’era impuntato e voleva ad ogni costo tenersi l’anima della ragazza. Stabilimmo di rivolgerci all’esorcista più potente della terra, il Papa».
Il fatto, avvenuto all’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso, è raccontato nel libro “Mes six Papes”, il diario del cardinale francese Jacques Martin, che fu uno dei più stretti collaboratori di sei pontefici tra cui Papa Giovanni Paolo II: «La donna ossessa – ha scritto il cardinale – si rotolava per terra urlando. Il Papa ha cominciato a pregare pronunciando invano degli esorcismi. Ma quando ha detto alla donna “Domani dirò messa per te” lei è ridiventata immediatamente normale ed ha porto al santo padre le sue scuse». Persino Giovanni Paolo II rimase impressionato: «E’ la prima volta che io incontro un caso simile. Una vera scena biblica!», disse.
Quasi un anno dopo, conlude il racconto il cardinale Martin, la giovane, chiese udienza al Papa. S’era sposata e s’era «completamente liberata dalla possessione diabolica dopo l’incontro con Giovannni Paolo, «Perfettamente serena e felice, attendeva un bambino e voleva dirglielo al Santo Padre», che ne fu ovviamente felicissimo. Del brutto periodo vissuto in precedenza, alla ragazza, non rimaneva nemmeno il ricordo, sostituito da quello dolcissimo dell’incontro con «un uomo vestito di bianco».
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