Un raid di fascisti fiorentini fece seguito il 24 marzo 1921 alla sparatoria avvenuta a Perugia in piazza Danti, pochi giorni prima. Una vera e propria scorreria che vide distrutte le sedi di un Circolo Democratico e della sezione Anarchica.
I fascisti fiorentini erano arrivati nel capoluogo umbro già nel pomeriggio del 23, in assetto di guerra: elmetto, cartucciera, rivoltelle e moschetti.
Dopo la devastazione delle sedi di organizzazioni socialiste ed anarchiche, continuarono la loro opera al Caffè del Moro, nel centro di Perugia e nell’abitazione di un falegname comunista. Nel frattempo era arrivata loro la notizia di incidenti avvenuti a Foligno, dove le stesse squadre di fascisti fiorentini decisero immediatamente di recarsi sul posto. Per prima cosa, non appena giunti, dettero fuoco alla sede della Camera del Lavoro. A dar man forte ai fascisti fiorentini e di Perugia era arrivata anche un squadra da Arezzo. Un brutto quarto d’ora fu fatto passare all’on. Sbaraglini, deputato socialista. Dopo averlo circondato gli fu ingiunto di dimettersi sia dal seggio alla Camera che da ogni carica pubblica.
Nello stesso giorno 25 marzo, a Perugia, in ospedale dove era ricoverato, morì l’operaio Stivalini ferito negli scontro di piazza Danti: in un primo momento del giovane raggiunto da un colpo di pistola, si era detto che si trattasse di un fascista. Ma era invece l’operaio poi deceduto.