Le due guardie si fecero da parte e lasciarono passare la vettura, il primo carro funebre “semovente” visto a Perugia. Ma non finì lì. Perché “poco dopo – scriveva il corrispondente perugino del Corriere della Sera – l’automobile ricompariva in città e si dirigeva in tutta fretta per corso Cavour. Il fatto stranissimo – continuava la corrispondenza – colpiva tutta la cittadinanza e per tutta la giornata non si parlò d’altro”.
Qualche sospetto lo ebbero anche le “autorità” che s’interrogarono su chissà cosa ci fosse davvero dentro quella bara. Fortunatamente arrivò alla Prefettura di Perugia un telegramma che confermava tutto: la bara conteneva una salma e doveva trasportarla al Cimitero Verano di Roma. Forse lo chauffeur aveva sbagliato strada, accorgendosene solo dopo l’uccita dalla porta daziaria.