San Valentino diventa “patrono unico”di Terni

 

Il 3 luglio 1644

 

Un breve apostolico di papa Urbano VIII sancì che San Valentino era,da quel giorno, l’unico santo protettore di Terni. Fino ad allora era,sì, patrono della città, ma in condominio con Sant’Anastasio e San Procolo.

Permatteo d'Amelia San Valentino
San Valentino (Piermatteo d’Amelia, Pala dei Francescani – Part.)

Terni non faceva eccezione in questo, dato che in ogni città piccola o grande, i santi celebrati come protettori erano più d’uno. Fu lo stesso papa ad intimare a una scelta definitiva allo scopo di mettere un freno al ripetersi di festività proclamate di continuo in onore di questo o quello dei santi protettori, lanciandosi poi in grandi baldorie che di religioso non avevano un granché.

Bisognava scegliere insomma. E così cominciò un altro periodo “turbolento” attorno a San Valentino, perché i ternani si divisero e dettero la stura a polemiche che si rischiava degenerassero.

La congregazione ecclesiastica si pronunciò per Sant’Anastasio, da sempre considerato primo protettore e venerato in cattedrale, ma il Consiglio cittadino, con 42 voti a favore ed uno contrario, scelse San Valentino. San Procolo non entrò nemmeno “in gara” e fu subito giubilato.

La congregazione religiosa riprese motivazioni che erano nate qualche centinaio di anni prima, quando appunto s’era istituita la festività di San Valentino fissandola al 14 febbraio, che – fino ad allora – era stato uno dei giorni dedicati alla festa pagana in onore del dio Luperco. I “Lupercali” era tre giorni di affollati baccanali e riti dedicati alla fertilità (Luperco ne era il dio pagano) che non rigardavano solo le colture o gli allevamenti .

Inomma, tre giorni considerati un po’ troppo “goderecci”. Il popolo ternano aveva sì cambiato il nome alla festa, ma lo spirio era rimasto sempre quello della lussuria quasi sfrenata. Sant’Anastasio, si diceva, era stato nominato vescovo proprio per imporre un maggior rigore e rispetto delle regole della Chiesa e frenare l’”esuberanza” della gente di Terni.

Non si sa se la popolazione di più “basso lignaggio” sostenesse San Valentino per questo motivo o solo per vera e sicera devozione, si sa invece che  mentre gli strati popolari erano a suo favore, si schierarono per Anastasio, oltre alla congregazione ecclesiastica, i “perbenisti” e le famiglie aristocratiche.

Proprio il clero ternano, allora piuttosto consistente (per l’otto per cento gli abitanti di Terni erano preti, frati e monache), chiese l’intervento del papa. E questi decise: San Valentino.

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