Vertenza mezzadri: scontri e sindaco di Todi punito

Il 18 gennaio 1948 era domenica. Per quel giorno, a Todi, fu organizzata una grande manifestazione di protesta dei contadini. Una delle numerose manifestazioni che in quel periodo si tenevano in tutta Italia per il nuovo contratto di mezzadria. L’Umbria, una delle regioni in cui la mezzadria era percentualmente più diffusa, si trovò nel centro della lotta. C’era stato il “lodo De Gasperi” che aveva suggerito alcuni aggiustamenti nei rapporti tra agrari e contadini, ma i proprietari erano piuttosto riottosi ad adeguarvisi, anche dopo che fu varata una legge ad hoc perché venisse applicato. Nel dicembre del 1947 cominciarono le manifestazioni di protesta e gli scioperi ed il mese di gennaio del 1948 fu il periodo più infuocato.

A Todi la manifestazione fu imponente, un lungo corteo con alla testa il sindaco Giovanni Quadri, ed il segretario della Camera del Lavoro. Puntuale l’intervento delle forze dell’ordine, carabinieri e “celerini”: armi puntate contro gli scioperanti, lacrimogeni, caroselli di camionette. I feriti tra i contadini, al termine della manifestazione, furono più d’uno.
La faccenda non fece che rendere più incandescente un clima già arroventato. Anche perché in quegli stessi giorni erano stati registrati diversi fatti “incresciosi”: come il blocco da parte della polizia di due autocarri su cui alcuni contadini stavano raggiungendo Cannara⇒ dove si teneva una manifestazione analoga a quella di Todi; due dirigenti del sindacato erano stati arrestati a Sant’Eraclio, e si parlava di “bastonature” a Foligno e a Montefalco.
Era una lotta dura quella dei mezzadri umbri. Ad Umbertide s’erano verificati i fatti più gravi, con una denuncia in massa di alcuni contadini accusati di violenza privata per essersi presentati nelle case degli agrari al fine di convincerli, in verità con maniere piuttosto spicce, a sottoscrivere il “Lodo” che prevedeva – tra l’altro – un adeguamento del contratto mezzadrile con una quota in più da corrispondere a chi sulla terra buttava il sudore e l’anima. Il 16 gennaio, proprio ad Umbertide, nel corso di una manifestazione si rischiò lo scontro a fuoco tra manifestanti e forze dell’ordine, motivo per cui la città fu posta in stato d’assedio, negozi, bar e luoghi di ritrovo furono chiusi.
In questo clima si tenne la manifestazione di Todi. Oltre a coloro che riportarono ferite e contusioni nei caroselli e negli “approcci” con le forze dell’ordine, ad andarci di mezzo fu il sindaco comunista il quale fu sospeso dalla carica per due mesi. Il motivo? S’era messo in testa al corteo degli scioperanti ed aveva stigmatizzato l’operato delle forze dell’ordine.

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