La faccenda non fece che rendere più incandescente un clima già arroventato. Anche perché in quegli stessi giorni erano stati registrati diversi fatti “incresciosi”: come il blocco da parte della polizia di due autocarri su cui alcuni contadini stavano raggiungendo Cannara⇒ dove si teneva una manifestazione analoga a quella di Todi; due dirigenti del sindacato erano stati arrestati a Sant’Eraclio, e si parlava di “bastonature” a Foligno e a Montefalco.
Era una lotta dura quella dei mezzadri umbri. Ad Umbertide s’erano verificati i fatti più gravi, con una denuncia in massa di alcuni contadini accusati di violenza privata per essersi presentati nelle case degli agrari al fine di convincerli, in verità con maniere piuttosto spicce, a sottoscrivere il “Lodo” che prevedeva – tra l’altro – un adeguamento del contratto mezzadrile con una quota in più da corrispondere a chi sulla terra buttava il sudore e l’anima. Il 16 gennaio, proprio ad Umbertide, nel corso di una manifestazione si rischiò lo scontro a fuoco tra manifestanti e forze dell’ordine, motivo per cui la città fu posta in stato d’assedio, negozi, bar e luoghi di ritrovo furono chiusi.
In questo clima si tenne la manifestazione di Todi. Oltre a coloro che riportarono ferite e contusioni nei caroselli e negli “approcci” con le forze dell’ordine, ad andarci di mezzo fu il sindaco comunista il quale fu sospeso dalla carica per due mesi. Il motivo? S’era messo in testa al corteo degli scioperanti ed aveva stigmatizzato l’operato delle forze dell’ordine.
©Riproduzione riservata