Era la prima grossa fornitura da parte delle acciaierie di Terni per la navi da guerra italiane, fatto significativo dato che proprio la necessità di un potenziamento della Regia Marina, esigenza manifestatasi dopo la sconfitta nella battaglia di Lissa, era stato uno dei motivi per cui s’era deciso di realizzare le nuove, grandi acciaierie.
Grande festa, quindi, per la partenza del treno con le lamiere corazzate: manufatti dello spessore che variava, per quella prima fotnitura, tra i trenta ed i 45 centimetri. Il treno era trainato da una locomotiva che fu battezzata col nome di “Dogali”, dal luogo in cui, in Eritrea, truppe coloniali italiane erano state massacrate dagli Abissini il 26 gennaio di quello stesso 1887. Il treno, prima di mettersi in marcia alla volta dei cantieri navali di Castellammare di Stabia, fu benedetto dal vescovo. Non di Terni, bensì – chissà perché – di Spoleto. Forse il Vescovo di Terni, che l’anno prima aveva passato qualche guaio per essere andato a salutare il Re in visita alla fabbrica ternana, aveva deciso di stare alla larga da Pentima (ancora Brin era ministro ed in vita).
La Ruggiero Di Lauria era la prima di tre navi gemelle di cui alla fine degli anni Ottanta del 1800 la regia Marina andava a dotarsi. E per la fabbrica siderurgica ternana fu la prima occasione di ottenere una grande soddisfazione: una “speciale Commissione di collaudo” mise per iscritto che “l’acciaio di Terni (era) superiore ad ogni altro” e per questo motivo autorizzò la fornitura per altre quattro navi.
La Ruggiero di Lauria, lunga 106 metri, larga venti e con oltre 500 uomini di equipaggio, fu in servizio effettivo fino al 1911. Poi fu utilizzata come deposito di carburante ed ancorata nel porto di La Spezia. Fu affondata dai bombardieri anglo–americani nel 1943.
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