E’ un invito a non dimenticare. Chi si ferma non può non avvicinarsi a leggere la scritta incisa sulla lapide: “Qui all’alba del 3 aprile 1944 venne compiuta l’orrenda strage di otto giovani partigiani dell’onore la libertà la civiltà ad opera delle barbariche orde alemanne che infestarono queste contrade durante la sanguinosa agonia della tirannide fascista”.
“Partigiani dell’onore, la libertà e la democrazia…”, perché la Resistenza, la lotta al nazifascismo non fu solo una guerra, ma una lotta di popolo, combattuta anche da chi materialmente non ha sparato nemmeno un colpo di fucile; una lotta di italiani che volevano una vita diversa, la libertà e la democrazia.
Sotto la scritta, otto foto. Le facce di otto ragazzini: Edoardo Finetti, 19 anni; Raoul Bolognesi, 18 anni; Virgilio Cremonini, vent’anni; Sandro Murasecchi, 18 anni li avrebbe compiuti alla fine di quel mese di aprile; Galliano Chiaroni e Italo Brunelli, entrambi di vent’anni. Per Orazio Risi, Elio Menichelli, la data di nascita non è indicata, ma quel loro viso imberbe parla più di un intero ufficio anagrafe.
Il periodo di terrorismo, iniziato il 19 marzo 1944 durò una decina di giorni, nessuno dei quali passò senza che ci fossero vittime, oltre che nelle fila della brigata Gramsci, anche tra la popolazione. Oltre agli otto a Vallo di Nera, altri giovani furono fucilati: tre a Norcia, undici a Cascia, quattro a Borgo Cerreto, cinque a Monteleone di Spoleto.
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Per saperne di più: Ubaldo SANTI, "La Resistenza a Spoleto e in Valnerina (1943–44)" Ed. Nuova Eliografica Spoleto Angelo BITTI, "La guerra ai civili in Umbria (1943-1944)", Perugia, Isuc; Foligno, Ed. Umbra Giuseppe GUBITOSI, "Il diario di Alfredo Filipponi", Perugia, Isuc; Ed. Umbra In UMBRIASUD vedi: Gli slavi...
Correggo la località: Pianarotte. Saluti