1914, rincari di sigari e tabacchi: a Foligno s’organizza la protesta contro il Governo

tabacchi pipa

Le casse dello Stato avevano necessità di maggiori introiti e così, il 4 gennaio 1914, si varava un Decreto Regio con cui si aumentava il prezzo di “spiriti” e i tabacchi.

In particolare dall’aumento dei tabacchi l’erario si aspettava un introito di 58 milioni di lire. Il decreto prevedeva i seguenti aumenti; spuntature di sigaro da 20 centesimi a 25 centesimi al pacchetto; trinciato forte di prima qualità (detto moro) da 25 centesimi a 30; il trinciato forte di seconda qualità (fogliaccia) da 20 a 25 cent. Sigari: Grimaldi, Brasilei, Toscani, Napoletani , Cavour, da 10 a 12 centesimi l’uno; Toscanini, Sella, Cavourini da 7 a 10 centesimi l’uno; Branca da 6 a 7, mezzi toscani da 5 a 6. Aumento anche per le sigarette: Spagnolette Giubek da 40 a 45 cent, Macedonia da 35 a 40.

Erano aumenti ben consistenti in percentuale, per cui – nell’immediato – si registrò una contrazione dei consumi.

Fu per questo che a Foligno e circondario i tabaccai protestarono vivacemente. Riuniti in assemblea, promossa dll’Associazione commercianti di Foligno, il 24 gennaio 1914, sottoscrissero un ordine giorno in cui, considerato “il danno derivante ai rivenditori di Privative dalla legge catenaccio sui tabacchi per la conseguente diminuzione della vendita e per la diminuzione dell’aggio” e “ritenuto che non sia generoso starsene in disparte mentre tanti colleghi di tutta Italia riuniti in associazione lottano da parecchio tempo per ottenere i miglioramenti minimi e necessari a chi lavora e sacrifica la propria vita a beneficioi dl Monopolio di Stato” decisero di cistituirsi seduta stante in una “Società fra i rivenditori di Folgino e circondario” che aderisse alla confederazione Tabacchistica Italiana con sede a Roma “la qule con tantio calore ed energia cerca di tutelare gli interessi calpestati dei Tabaccai Italiani”.

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