La famiglia di Mimma, che abitava in una frazione di CastelRitaldi, non sapeva più che pesci prendere. Dalla sorpresa iniziale era ormai caduta nello sgomento: Mimma, 23 anni, manifestava strane crisi: il suo volto trasfigurava assumendo caratteri decisamente mascolini. E da maschio diventavano i suoi gesti. Per non dire della voce: profonda, gutturale. Alla fine si stabilì senza ombra di dubbio che Mimma era invasa dagli spiriti.E si decise di esorcizzarla, rivolgenbdosi al parroco della vicina frazione di Colle del Marchese,m che era appunto un esorcista.
Un giovedì pomeriggio, alla fine di aprile del 1949, la condussero nella chiesa parrocchiale e lì fu trattenuta a forza: il parroco, don Italo Mariani tentò di esorcizzarla. La chiesa era piena di gente, perché la faccenda si era diffusa e tutti nella valle di Spoleto parlavano solo di Mimma e dalle sue trasfigurazioni. “La folla non trovava più posto – riferiva il cronista di “Stampa sera” che al fatto dedicò un articolo in prima pagina – e alcuni si arrampicarono fino sugli stretti davazali delle monofore del tempio, causando anche danni all’edificio”.
Il parroco avviò il dialogo con lo spirito che si era impossessato del corpo di Mimma il quale – evidentemente uno spirito educato – pert prima cosa si presentò dichiarando di essere Diamante Ludovisi, ucciso nel 1942 da un certo Piombini a sua volta ucciso dai tedeschi. Mimma parlava con voce profonda, assumendo atteggiamenti arcigni, con alcune pause in cui la sua voice ed il suo aspetto diventavano rapidamente angelici. Quattro tentativi furono compiuti dal parroco, cui lo spirito continuava a dichiarare solo la propria identità.
Alla fine don Italo si arrese. I familiari di Mimma decisero di condurla a Roma. I dubbi – ovviamente -erano tanti. “Si tratta effettivamente di un demone?” Si chiedeva il cronista. “Di un fenomeno metafisico di cui la Chiesa coi suoi esorcirsmio ha il segreto della soluzione o non invece di un fenomeno degno di una clinica psichiatrica?”.
Fattostà che a Roma la giovane fu esorcizzata da un frate passionista alla Scala santa del Laterano. E sembra che le cose andarono bene. Perché Mimma tornò a casa. La ragazza apprendista sarta a Spoleto, era fidanzata – informava il cronista – con un napoletano.
Non se ne è sentito più parlare.