1910, Città della Pieve: “Non toglieteci i soldati”

“I soldati restano qui, dove stanno ormai da mesi”. Gli abitanti di Città della Pieve furono categorici. Cosicché fatti rientrare in caserma gli uomini del 52. Fanteria di guarnigione a Spoleto,, come previsto, il 3 dicembre 1909 il comando militare di Perugia dovette, il 4 gennaio 1910, inviare un reparto del 51. Reggimento perché il presidio di Città della Pieve non avesse termine.
Come mai tanto attaccamento ai militari da parte della gente di Città della Pieve? Non si trattò certo di un “innamoramento”. E’ che ancora non si riteneva passata la situazione di emergenza a causa della quale i soldati erano stati mandati alcuni mesi prima con compiti di Pubblica Sicurezza. Gli animi erano esacerbati, si era in piena lotta dei braccianti contro i proprietari terrieri, c’erano stati scioperi, non erano mancati atti intimidatori e violenze.
La presenza dei soldati aveva favorito il ritorno alla quasi normalità. Ma se le truppe fossero definitivamente rientrate nelle caserme si temeva che ben presto si sarebbe tornati al clima teso dei mesi precedenti. Per questo motivo, da parte degli agrari e anche da quella degli ex scioperanti si chiedeva la permanenza delle truppe.

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