Castel Ritaldi: ragazza giù nel pozzo. Il fratello la salva

Castel San Giovanni, 26 febbraio1962 – Ragazza di 18 anni si buttò nel pozzo, decisa a farla finita. Ma l’istinto di conservazione ebbe la meglio ed il fratello ebbe la possibilità di salvarla.

Un diverbio con la madre fu la causa scatenante di un profondo sconforto che spinse la giovane, Luisa C., a farla finita. Dopo la lite la madre era uscita di casa. Alle 11 di sera, quando Luisa si coricò, non era ancora tornata. Gira e rigira nel letto, alla fine si è alzata ed è uscita sull’aia davanti casa, nelle campagne di Spoleto, a Castel San Giovanni, una frazione di Castel Ritaldi. Poco lontano c’era un pozzo profondo otto metri con tre metri d’acqua sul fondo. Si gettò dentro.

Poi l’istinto di conservazione fece sì che la ragazza reagisse: Luisa s’aggrappò ad un tubo della pompa che portava l’acqua in superficie. Era proprio al pelo d’acqua. La sfiorava con i piedi. Sotto, lo sapeva, c’erano i tre metri d’acqua che le sarebbero stati fatali. Cercò di risalire, ma non aveva la forza necessaria. Aggrappata a quel tubo, con le mani che le dolevano, il terrore di oerdere la presa, cominciò a gridare con tutto il fiato che aveva in gola chiedendo aiuto.
Ma non la sentiva nessuno. Sarebbe finita in tragedia se di lì a poco non fosse arrivato il fratello Quinto. La madre lo aveva mandato a controllare che sua sorella fosse andata a letto. Il giovanotto sentì la sorella gridare e chiamò allora alcuni vicini che lo aiutarono:  lo presero per le gambe mentre lui, a testa in giù nel pozzo, cercava di afferrare le mani della sorella. Ci vollero vari tentativi, ma alla fine -stremato – ci riuscì. Luisa fu portata in salvo. Si chiamò il medico che, pure se la ragazza non aveva subito danni, la ricoverò all’ospedale di Spoleto. Dopo una notte sotto osservazione e dopo gli accertamenti fu dimessa. La brutta avventura era finita.

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