Furono necessarie numerose udienze davanti alla Corte d’Appello di Perugia che dovette condurre in porto un procedimento a carico di 34 tra mutuati, medici e farmacisti implicati in uno scandalo di cui si parlò molto in quell’anno 1951. Erano stati condannati dal Tribunale di Perugia per un giro di ricette “strane” e per truffa ai danni dell’Inam, l’Istituto Nazionale Assistenza Malattie-
La Corte d’appello, presieduta dal dottor Costantini, emise sentenza il 28 dicembre 1951, dopo quattro ore di riunione in camera di consiglio. I ricorsi di numerosi mutuati contro la sentenza di primo grado furono dichiarati inammissibili. Per gli altri ci furono assoluzioni: il mutuato Leonello Mencaccini, il dottor Francesco Guerri il dottor Giovanni Felice Bariono ed il dottor Valeriano Brilli frono assolti per non avere commesso il fatto. Il professor Romulado Savino fu assolto dal concorso in truffa perché gli atti da lui compiuti non costituivano reato; la farmacista Iole Bindoccio e il dottor Bruno Bianchini furono prosciolti dall’accusa di spaccio di stupefacenti per insufficienza di prove. Cnfermate invece le sentenze di primo grado per tutti gli altri ricorrenti, numerosi mutuati e due farmacisti.