1913, Pretura di Terni avvocati in sciopero: niente cause

L’amministrazione della Giustizia era in crisi un po’ in tutto il Regno: ristrettezze economiche non consentivano di mettere a disposizione di magistrati e avvocati  sedi idonee e personale di supporto a sufficienza.
Fu per questi motivi che gli avvocati di Terni, il 17 novembre 1913 incrociarono le braccia: scioperarono per protesta contro il Ministero che non aveva ancora adottato provvedimenti più
volte richiesti per il corretto funzionamento degli uffici della Pretura. La decisione fu comunicata al pretore il quale fu costretto a rinviare tutte le cause in programma.
Lo sciopero andò avanti ad oltranza con  la completa astensione dalle udienze da parte degli avvocati difensori. Il pretore aveva cercato un accordo, ma gli avvocati furono irremovibili. Per parte sua il Ministero, alcuni giorni dopo, promise di rimediare agli inconvenienti- Tra kle richieste degli scioperanti, quella che essi ritenevano di maggiore urgenza, era il ritorno in cancelleria di due funzionari che da tempo erano in missione fuori Terni, e la nomina almeno di un secondo vicepretore.
Lo sciopero, risposero comunque gli avvocati difensori al Ministero, cesserà quando si sarà data una riposta concreta alle nostre richieste.
Una decina di giorni dopo, il 2 dicembre, scesero in sciopero anche gli avvocato di Spoleto, reclamando anch’essi la soluzione di problemi di funzionamento degli uffici. A causa della scarsità di personale.

 

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